PARTNERSHIP TRA DELFINO PESCARA ed AVEZZANO: SI PARTE CON GLI INDIRIZZI PROGRAMMATICI DEL SETTORE GIOVANILE

Nel calcio da anni si sta facendo sempre più impellente la necessità di avere dei chiari indirizzi programmatici sui quali costruire le società di settore giovanile.
L’andare avanti senza una meta, senza obiettivi e dei mezzi idonei per realizzarla è sicuramente la prima cosa da evitare in una società calcistica sia dilettantistica, che professionistica.
Programmare vuol dire progettare una strada da percorrere: le tappe intermedie, i mezzi da utilizzare, gli strumenti per verificare la qualità e la quantità del percorso effettuato.
Da queste riflessioni scaturisce la necessità di stabilire dove una società vuole andare e soprattutto stabilire che tipo di strategie intende mettere in moto per rendere concreti i suoi piani.
Il significato della programmazione deve essere quindi visto in funzione del raggiungimento d’obiettivi che sono preventivamente stabiliti.
Considerato che la meta e gli obiettivi devono essere compatibili con i mezzi disponibili e quindi collegarsi alla realtà esterna nella quale è inserito il sodalizio sportivo, questa mattina si sono incontrati Marco Arcese “Responsabile dell’Academy Delfino Pescara calcio” ed Alan Ballatore “Responsabile del Settore Giovanile dell’Avezzano Calcio”, per iniziare la necessaria programmazione prevista dal progetto Delfino Academy.
È fuori discussione che diverrebbe troppo complicato, ed anche inopportuno, stabilire dei modelli di programmazione troppo rigidi per le società sportive che – non dimentichiamoci, vivono in buona parte sul volontariato e non su strutture imprenditoriali ben definite.
Le tappe di un elementare processo di progettazione e programmazione per una società calcistica di settore giovanile dovrebbero essere:
A) Situazione sociale dove s’inserisce la società
B) Definizione degli obiettivi generali.
C) Definizione degli obiettivi specifici.
D) Quantificazione degli obiettivi specifici e generali.
E) Approvazione.
F) Valutazione.
a) La valutazione della situazione economica, demografica, sono aspetti da considerare.
Conoscere il numero delle società calcistiche che gravitano nel nostro bacino, il numero di praticanti e soprattutto le strutture (campi, palestre etc.)
b) Per definizione d’obiettivi generali, s’intendono le linee strategiche che vuole perseguire la società.
Gli obiettivi generali definiscono in pratica la filosofia della società.
In passato, le società erano improntate sul principio dell’agonismo esasperato.
L’importante era il risultato e, se si riusciva, vendere qualche “giocatorino” a società professionistiche.
Oggi le società calcistiche che al loro interno hanno un settore giovanile, devono privilegiare la filosofia dello strumento calcio come mezzo formativo in tutti i suoi elementi.
c) Gli obiettivi specifici, possono essere di natura tecnica, tattica, organizzativa e finanziaria. La vittoria di un campionato, l’iscrizione ad un torneo regionale, la valorizzazione del proprio settore giovanile, la ricerca e la valorizzazione dei talenti, la formazione e la valorizzazione degli istruttori-allenatori, ricerca e sperimentazione di una didattica e di una metodologia che accomuni l’intero settore giovanile, interscambiabilità, circa di tutto lo staff tecnico, l’acquisizione di sponsor per una maggior crescita economica, etc. etc.
d) La quantificazione deve essere legata alle reali potenzialità della società: alle risorse umane ed economiche.
Mai porsi degli obiettivi irrealistici che si rivelano impercorribili. La scelta dei tecnici è un obiettivo specifico di gran rilevanza.
Solidità economica e ricchezza di persone che possono dedicare il tempo per affrontare le molteplici attività di un settore giovanile.
e) Una società sportiva deve essere definita come un gruppo di persone motivate, con la stessa filosofia, che lavorano insieme per il raggiungimento d’obiettivi.
La condivisione degli obiettivi è la regola principale per centrare gli stessi. Le ostilità nel gruppo, creano tensioni a volte insanabili, bisogna dividere compiti ed incarichi evitando sovrapposizioni di ruoli che determinerebbero delle incomprensioni che a medio-lungo termine danneggerebbero la società.
f) La valutazione di ciò che è stato fatto deve essere un momento ben preciso nella realtà della società.
È bene programmare riunioni con i massimi esponenti della società più volte, per fare una valutazione intermedia dell’operato ed eventualmente correggere quelle strategie che si sono rilevate poco efficaci per raggiungere gli obiettivi.
La valutazione finale va fatta a fine ciclo ed allora è quello il momento di fare i conti.
I cicli devono essere pluriennali di due – tre – cinque anni (obiettivi a medio e lungo termine).
All’inizio di una nuova stagione sportiva quando si rinnovano le cariche sociali, si assiste a proclami di rilancio del settore giovanile.
Anche i dirigenti delle grandi società si pongono la fatidica domanda se sia meglio “allevare” calciatori oppure andare sul sicuro pescando nei vivai di società minori con l’intenzione di risparmiare e di diminuire le preoccupazioni derivanti dalla gestione di un settore giovanile.
Il Settore Giovanile è un costo o un investimento?
Tutto dipende dalla motivazione che ha la dirigenza di una società, dagli obiettivi che si pone e dal tempo in cui si mantengono le cariche.
Capita spesso che l’ambizione e la fretta dei dirigenti portino gli investimenti in direzione della prima squadra, impoverendo le risorse naturali.
Sono poche le società che credono veramente nella politica dei giovani e che vantano una organizzazione efficiente nel settore giovanile.
Spesso ci si scontra con delle difficoltà notevoli: mancano il personale direttivo, istruttori, attrezzature e soprattutto infrastrutture, per le quali ci si augura che, anche il Comune di Avezzano, si muova, in tempi rapidi, per poterle adeguare con tutti gli interventi necessari, che, per anni, non sono stati attuati.

Il Direttore Generale
Dott. Renato Ventresca