Prosegue l’attività di base del settore giovanile dell’Avezzano calcio, con la categoria “primi calci”, che è stata ospite della Fucense a Trasacco.
Allenare un gruppo di esordienti è allenare nell’attività di base.
Già il nome (attività di base), incute un certo timore.
Non tanto per ‘l’attività’, quasi fosse una cosa ‘per fare’.
Forse più per quel ‘di base’, che denota un’importanza non indifferente.
L’attività di base non è altro che il calcio organizzato e comprendente gli albori del calcio giovanile italiano, le prime categorie che muovono i loro primi passi nel mondo del pallone.
Le categorie che sono inserite in questa attività sono i:
Piccoli Amici,
Primi Calci,
Pulcini,
Esordienti.
I Piccoli Amici sono la primissima categoria del calcio giovanile, e comprende i bambini e le bambine di età compresa tra i 5 anni compiuti e i 7 anni.
I Primi calci, categoria relativamente giovane in termini di ufficialità essendo stata inserita solo negli ultimi anni, comprende l’attività per le fasce d’età di 6 anni compiuti e 8 anni.
Dei Pulcini, suddivisi in primo e secondo anno, fanno parte i bambini e le bambine che hanno rispettivamente 9-10 anni e 10-11 anni.
Infine, gli Esordienti, anch’essi suddivisi in due differenti categorie, comprendono i giovani calciatori che hanno rispettivamente 11-12 anni e 12-13 anni.
Ci sono forse molteplici aspetti che suggeriscono il motivo per cui, non a caso, è definita attività ‘di base’.
Innanzitutto, con riferimento ad una frase presa direttamente dall’UEFA, (l’organo padrone del calcio europeo), il calcio giocato a questo livello lo è prevalentemente per amore e partecipazione, di cui ne rappresentano la forza motrice.
I bambini giocano a calcio per 3 semplici e chiari motivi:
1) stare con gli amici,
2) imparare il gioco per emulare i propri campioni,
3) ma soprattutto per amore di uno sport che li diverte e li fa sognare.
Ed è proprio in questi anni di attività che questa MOTIVAZIONE incondizionata va coltivata, soddisfatta e appagata, creando quella PASSIONE per il gioco che (si spera) li accompagnerà in una lunga avventura.
Un altro motivo per cui è fondamentale (appunto di base) l’attività di questi anni, possiamo semplificarlo con una forma geometrica: la piramide.
Si tenga in mente questa forma antica: stabili fondamenta garantiscono continuità e solidità per il futuro.
Un’ottima base ha permesso alle piramidi di resistere per millenni.
Ecco, è proprio in questi anni ( dai 6 ai 13 anni) che vanno costruite e solidificate le fondamenta basilari, quelle che saranno in grado di sorreggere l’attività dei futuri calciatori o calciatrici, sportivi o sportive, uomini e donne.
Stiamo parlando dei fondamentali tecnici necessari a gestire i momenti specifici della partita.
Stiamo parlando dei fondamentali legati al movimento, funzionali per una vita sportiva sana.
Stiamo parlando dei fondamentali sociali, dello stare insieme agli altri rispettando le regole.
Stiamo parlando dei fondamentali psicologici, quelli legati ai numerosi comportamenti che accompagnano le esperienze di gioco:
il saper decidere,
il saper risolvere problemi,
il gestire l’ansia da prestazione,
il saper comprendere e reagire ad un errore.
È la federazione italiana gioco calcio (FIGC), e più in particolare il suo Settore Giovanile e Scolastico (SGS) a regolarne l’attività, dettando le linee guida, stabilendone i principi e i regolamenti.
Quest’organo produce un documento che possiamo definire come la ‘tavola dei comandamenti del calcio giovanile’.
Attraverso questo documento è possibile trovare tutte le informazioni che riguardano l’attività di base: dalle annate di riferimento associate alle rispettive categorie per la stagione sportiva, al numero di giocatori consentiti in partita.
Dalle dimensioni di campi, palloni, porte per ciascuna annata, ai tempi di gioco stabiliti durante le partite.
Oltre al normale campionato di categoria, che generalmente viene diviso in invernale (inizio ad ottobre) e primaverile (inizio febbraio/marzo), ci sono un’altra serie di iniziative che aiutano a completare l’esperienza sportiva, segno evidente ed intenzionale dell’importanza di questa fase.
Una di queste è sicuramente il ‘Terzo Tempo Fair Play’, in cui viene invitata la società di casa ad organizzare un piccolo ma significativo momento di condivisione (merenda/spuntino) con la squadra ospite.
Un modo per i ragazzi per socializzare e reintegrare le energie spese, imparando a sedare eventuali animi bollenti dalla partita, e perché non consentire agli allenatori di condividere le proprie riflessioni coi colleghi, in un momento di confronto sempre costruttivo.
Un’altra bella iniziativa è il Torneo ‘Fair Play’, denominazione data ai campionati della categoria esordienti, in cui le graduatorie di merito non sono solo date dai risultati sul campo (peraltro secondari), ma anche dalla disciplina (con cartellini verdi annessi, quelli che non sanzionano ma premiamo i gesti di sportività), e dell’organizzazione della società (no ritardi, multe per mancati tesseramenti, ecc.).
Infine, degna di nota è l’iniziativa denominata ‘Sei Bravo a Scuola di Calcio’, caratteristica della categoria Pulcini, per cui le due squadra partecipano ad una serie di giochi tecnici prima delle partite, un modo per consolidare i propri fondamentali in un contesto di competizione e festa come lo sono le partite dell’attività di base.
Il Direttore Generale
Dott. Renato Ventresca