Osservando da una certa prospettiva il settore giovanile dell’Avezzano calcio, possiamo notare che lo stesso può essere gestito in maniera “aziendale“: lo scopo dunque è quello di offrire dei servizi.
Nel fare questo ci sono vari step da dover approfondire.
Servizio: è quello che il settore giovanile offre ai destinatari.
Risorse umane: sono tutte le figure che lavorano all’interno del settore giovanile biancoverde.
Destinatari: è rappresentato da tutti quei soggetti a cui è indirizzato il servizio offerto dal settore giovanile.
Ambiente: è rappresentato dal contesto in cui opera il settore giovanile dell’Avezzano calcio.
Il settore giovanile biancoverde inteso come azienda, ovviamente, per offrire un servizio di qualità, dovrà prestare molta attenzione a:
Il servizio al cliente, che è rappresentato dal giovane calciatore, il quale alla fine del percorso intrapreso all’interno del settore giovanile potrà essere, un bravo calciatore, un buon cittadino, entrambi.
La cura delle risorse umane, intesa come la selezione e la formazione continua di quei soggetti che dovranno interagire direttamente o indirettamente con il giovane calciatore, che rappresenta il servizio finale.
L’ambiente, facendo una dettagliata analisi per poter competere con le altre e magari riuscire ad anticipare tutte le mosse nel contesto in cui si rivolge.
Quindi per una società conoscere il mercato è molto importante considerando i servizi che verranno proposti; questo vuol dire svolgere l’analisi S.W.O.T. ed analizzare tutti i concorrenti che hanno una loro offerta formativa diretta al giovane calciatore.
L’immagine della società, che è rappresentata dall’idea che una determinata persona ha dell’azienda in base ai servizi offerti, è fortemente influenzata dalla storia della società, dalla comunicazione da parte di terzi, e dell’affidabilità del servizio offerto.
La distribuzione è sviluppata da tutte quelle azioni svolte dalle risorse umane, che lavorano all’interno del settore giovanile;
La comunicazione consente al settore giovanile di comunicare anche con l’offerta, in base al tipo di servizio e la sua qualità, attraverso i suoi fattori di estetica, funzionali, ambientali e sociali, il rapporto qualità-prezzo e la localizzazione dell’impianto all’interno dell’ambiente.
Il giovane calciatore rappresenta il “servizio” di un settore giovanile visto in maniera aziendale.
Il servizio come abbiamo detto è rappresentato dal giovane calciatore, che dopo aver percorso tutto la sua strada, quindi considerate anche tutte le categorie al di sopra l’attività di base, possa soddisfare i clienti a cui si rivolge, quali le società di calcio e le future rappresentative in cui il giovane calciatore possa giocare.
La formazione di un buon cittadino, deve essere un servizio rivolto alle società di calcio e rappresentative, avendo sviluppato le competenze trasversali ed emotive, che consentiranno di affrontare le situazioni con maggior facilità e minor stress.
Oltre questi destinatari questo servizio deve essere rivolto a genitori, scuole, socialità ed al futuro lavoro del giovane calciatore;
Considerando anche le 3 caratteristiche fondamentali di un servizio, cioè intangibilità, eterogeneità e contestualità tra momento di erogazione e momento di consumo, il settore giovanile di una società dovrebbe proporre un modello formativo che possa soddisfare il più possibile tutti i clienti, valorizzando l’aspetto tecnico, ma anche quello umano, in modo che il giovane calciatore possa apprendere la disciplina calcistica ed allo stesso modo apprendere tutte quelle competenze necessarie, volte ad affrontare la vita di tutti i giorni, portando dei benefici sia al giovane calciatore che ai potenziali clienti.
Una metodologia di lavoro molto utile è quella di mettere il giovane calciatore al centro del progetto creando un contesto facilitante, modello rappresentato dalla “Casa del bambino che gioca a calcio” di Stefano Ghisleni, dove il giovane calciatore sentendosi ascoltato e accettato per quello che è, e non avendo paura di sbagliare, possa esprimere i propri talenti e le proprie potenzialità attraverso un modo di essere e conseguentemente di agire dell’allenatore, che permetta di formare il bambino sui muri portanti, ovvero l’aspetto tecnico, life skills ed intelligenza emotiva.
Questo modello dunque, consentirà al giovane calciatore di conoscersi, sviluppando life skills ed intelligenza emotiva, insieme alla tecnica del gioco del calcio.
Risulta fondamentale quindi selezionare ed incentivare la continua formazione delle figure, a contatto diretto ed indiretto con i giovani calciatori, attraverso corsi o qualsiasi altra iniziativa che riguardino le competenze tecniche e di vita, che possano permettere al tecnico di conoscere sé stesso per poi approcciarsi al giovane calciatore in modo autentico e consapevole, creando una profonda relazione pedagogica, che consenta al giovane di esprimere i propri talenti.
L’allenatore non dovrà approcciarsi al giovane calciatore improvvisando, ma dovrà programmare e preparare un percorso che porti alla sua realizzazione, attraverso l’uso di numerosi strumenti o iniziative.
In questo caso infatti è necessaria anche la formazione di tutti quei soggetti che selezionino gli allenatori, in modo che siano a conoscenza di questo processo e possano svolgere una selezione coerente.
I destinatari del settore giovanile, intesi come clienti, non bisogna raggrupparli senza dividerli per categorie.
Società di calcio e rappresentative: rappresentano i clienti apparentemente più “diretti” di questo servizio, in quanto il giovane calciatore molto spesso, sceglie di fare questo sport proprio per diventare un bravo calciatore.
I settori giovanili delle società rappresentano una risorsa indispensabile interna, non nell’utilizzo immediato, ma a lungo termine.
Consente infatti di mettere le basi su quello che sarà il futuro della società.
Nel calcio professionistico ci sono numerosi casi di squadre che sono arrivate al successo grazie ad investimenti e programmazioni a lungo termine all’interno del vivaio.
Genitori: un’altra risorsa “diretta” a cui si rivolge il settore giovanile, i quali sono quei soggetti che passeranno maggior tempo nell’arco della giornata con il bambino.
Soddisfare questi clienti non significa passare esclusivamente sotto l’aspetto tecnico.
Svolgendo un lavoro globale, creando un contesto facilitante, porterà il bambino a parlare a casa dell’allenamento o della partita, delle emozioni che ha provato, di quello che gli è piaciuto e non gli è piaciuto, dei consigli dati dall’allenatore, dai complimenti ricevuti e di tutto quello che il bambino abbia piacere di parlarne provocando nel genitore un sentimento di soddisfazione nei confronti della società.
E’ importante quindi anche che questi genitori vengano coinvolti in alcune attività ed iniziative, in modo che non si sentano esclusi e permetta all’allenatore di approfondire la conoscenza del giovane calciatore e lavorare su problematiche o punti di forza esposti dai genitori.
Esistono molti strumenti che permettono il coinvolgimento dei genitori: possono essere degli incontri individuali e di gruppo, la consegna del piano di offerta formativa, dei progetti o dei laboratori.
Il settore giovanile di una società potrebbe influenzare positivamente la relazione in famiglia.
Scuola: rappresenta un altro cliente importante per quanto riguarda il servizio perché insieme ai genitori rappresenta il soggetto educativo primario per quanto riguarda lo sviluppo del bambino, sia sotto l’aspetto didattico che umano.
E’ importante quindi che il settore giovanile contribuisca nello sviluppo umano, facendo apprendere attraverso il gioco, nel quale il bambino risulta maggiormente attento e concentrato, rispetto ad un adulto che impartisce ordini, tutte quelle competenze trasversali ed emotive che gli consentano di avere migliori risultati a scuola, nella loro socialità, con la famiglia e con tutti i problemi futuri nella vita, cioè anche la carriera lavorativa.
Ambiente: l’ambiente è definito dal contesto in cui il settore giovanile di una società si trova a lavorare.
Per un’analisi completa dell’ambiente, questo andrebbe rapportato con altri casi di settore giovanili che propongono lo stesso servizio, quindi analizzando il mercato, svolgendo un’analisi S.W.O.T. per poi di conseguenza agire nello stesso.
In generale l’ambiente è di fondamentale importanza all’interno di un settore giovanile, può essere comparato anche al clima in cui si realizza la relazione pedagogica tra tecnico o chiunque abbia a che fare con il bambino ed il giovane calciatore.
Il contesto adottato dall’allenatore dovrà essere di assoluta autenticità, di provare un’assoluta considerazione positiva del bambino e di accettarlo per quello che è, senza cercare di cambiare qualcosa del suo carattere.
Significa quindi farlo sentire al centro, ascoltato, accettato e quindi possa sentirsi a casa, solo così potrà esprimere i propri talenti ed alla fine del percorso l’allenatore possa offrire un servizio di qualità ai clienti.
Gli aspetti generali su cui il settore giovanile biancoverde si dovrà basare saranno:
Educazione;
Divertimento;
Formazione;
Conoscenza;
Metodologia.
Tutto questo percorso quindi, passa attraverso una linea sottile che collega servizio, risorse umane, destinatari ed ambiente.
La società dell’Avezzano calcio dunque, per curare e promuovere il settore giovanile ideale dovrà badare a tutti questi aspetti, senza escluderne nessuno, perché tralasciando solo uno di questi rischia di perdere la strada giusta di quello che è il percorso formativo ed educativo, che porta allo sviluppo del giovane calciatore.
Il Direttore Generale
Dott. Renato Ventresca