IL DOTTOR ALAN BALLATORE ED IL VALORE SOCIALE DEL RESPONSABILE DEL SETTORE GIOVANILE

Per il nostro responsabile del settore giovanile il mese di marzo è importante per mettere le basi della programmazione futura: valutare la crescita delle squadre giovanili e prevedere possibili inserimenti, grazie alla rete dello scouting.
Si interagisce con gli staff tecnici per eventuali conferme o variazioni nell’organico, comincia la propaganda riguardante i campus estivi e si crea un business plan completo riguardante gli aspetti tecnici, organizzativi e finanziari da sottoporre all’attenzione del Patron ed Avvocato Gianni Paris.
Puntualmente, il settore giovanile è influenzato dall’ottimo rendimento di classifica della prima squadra e questo può generare ritardi nell’arrivo delle risposte necessarie per attivare, al meglio, l’intera programmazione.
Sicuramente si arriverà a fare i primi ragionamenti in chiave futura solo a maggio.
Il ruolo di responsabile del settore giovanile dell’Avezzano calcio, ricoperto dal Dottor Alan Ballatore, è complesso poiché racchiude in sé molti compiti: l’ideazione e generazione del progetto tecnico (non tutte le società possono permettersi un responsabile tecnico ad hoc), la selezione dei collaboratori, la gestione dell’attività e quella del personale preposto a realizzarla.   
Egli cura i rapporti con i piccoli sponsor ed ha la gestione della tutela sanitaria dei propri tesserati.
Non devono mancare le competenze di marketing, necessarie per sviluppare le iniziative collaterali ai campionati veri e propri come campus estivi, tornei o progetti legati alla scuola.
Ciò comporta che deve possedere più competenze, in particolare:

  • tecniche;
  • economiche;
  • organizzative;
  • relazionali.

Per essere propositivi ed attivi nei confronti del progetto della società dell’Avezzano calcio, in attesa di risposte circa il futuro, questo mese va gestito curando con attenzione l’ultima delle competenze, quella che lo coinvolge nelle relazioni con i veri fruitori dell’attività societaria, giocatori e genitori.
In particolar modo va dedicato del tempo verso quei calciatori che stanno passando un periodo di difficoltà o che, qualunque sia il motivo, si sa già che non faranno parte del progetto tecnico futuro.
Il nostro responsabile del settore giovanile è consapevole che ha una responsabilità importante: non deve creare nei suoi giocatori inutili aspettative verso il futuro.  
Dalle aspettative possono nascere delusioni e spesso ci troviamo di fronte a ragazzi che abbandonano di punto in bianco l’attività sportiva (tipico delle società dilettantistiche) o faticano a tornare nelle loro società d’appartenenza (tipico delle società professionistiche quando il ragazzo viene… “bocciato”).
Queste aspettative, che possono ritorcersi come boomerang sull’attività dei giovani calciatori, spesso nascono dall’atteggiamento dei genitori che proiettano i loro sogni non realizzati sui figli.
È vero che l’obiettivo principale di un settore giovanile è quello di fornire più giocatori possibili alla prima squadra e che, una volta che i ragazzi raggiungono il livello professionistico, iniziano ad essere considerati dei “prodotti”.        
Ma è anche vero che prima di considerarli calciatori, dobbiamo tener presente della loro dimensione umana e personale e che uno dei tanti obiettivi che un settore giovanile deve perseguire è quello di creare i futuri sportivi, tifosi, sostenitori ed uomini.      
Anche perché, come dice una famosa canzone: “Uno su mille ce la fa…”   
Pertanto, si può concludere che è da tenere, comunque, ben presente l’importanza del “valore sociale del ruolo di responsabile del settore giovanile”.        

Il Direttore Generale      
Dott. Renato Ventresca